TM24 – Giulia Sorrentino: “Vi racconto la mia passione”
Abbiamo intervistato in esclusiva per Tuttomercato24.com, Giulia Sorrentino giornalista, appassionata di calcio, con l’obiettivo di raccontare lo sport e non solo e scrive per MOWMAG.
Ci racconti la tua passione per il calcio? E lo sport in generale? “La mia passione per il calcio nasce quando avevo 5 anni. La domenica e spesso anche il sabato andavo sempre a casa dei nonni con mio cugino più piccolo che ne aveva 2. Io dopo pranzo volevo giocare con lui, ma mio zio, il padre, mi diceva sempre “dopo l’Inter”. Siccome sono testarda, avevo deciso di coniugare il gioco con mio cugino con la partita. Oggi sono 23 anni di amore per l’Inter. Ho cominciato ad andare in trasferta, le prime bugie che ho detto ai miei genitori erano per andare a Milano a vedere l’Inter. Non mentivo su discoteche o altro, ma sullo stadio sì e avevo in mio zio un’ottima spalla. Per quanto riguarda lo sport in generale ho fatto per 6 anni basket da piccola, e quando mi hanno detto che si passava all’agonismo e che avrei dovuto giocare con le donne ho smesso, io volevo stare con i maschi, che non si lamentavano, che ti davano le spallate, che si rotolavano nel fango a calcetto, che giocavano anche sotto la pioggia. Da lì il tennis, ma non ho mai avuto una grande costanza devo ammetterlo. C’è stato il mio primo fidanzato, Federico, che era fortissimo a tennis, giocava seriamente, e mi diceva che storcevo sempre il collo, una roba orrenda, ancora mi prende in giro. Ma non ho smesso con il tennis, non ho smesso di seguirlo, anzi, è aumentata la passione e gioco quando posso, il più possibile. Per ora non ho ceduto al padel, anche se in molti mi hanno detto di provare. C’è chi mi scherzando mi ha definito anziana per questo motivo. Oggi se posso vedo qualsiasi partita di calcio, vado in trasferta, e, pur essendo usciti dalla Champions, tornerei a Madrid a vedere quella partita orrenda che abbiamo giocato contro l’Atletico. Lì abbiamo sbagliato noi a non chiuderla prima all’andata”.
Raccontaci a livello professionale cosa farai? “Spero di poter raccontare il calcio e lo sport. Di poter far capire i valori che ci sono in questo mondo meraviglioso, ma soprattutto voglio parlare di calcio. Di moduli, di uomini, di scelte tattiche. Vorrei sedere, un giorno, al tavolo di cronache di spogliatoio, prima per imparare e poi per battere qualcuno di loro sul tempo. Vorrei fare una serata al club con Fabio Caressa. Tra notti europee e notti di serie A, sì, sogno di raccontare il calcio vero e proprio. Non mi basterebbe la domandina al calciatore di turno. Vorrei dire la mia”.
Come vedi quest’anno il campionato di Serie A? “Dire ora come sarà la serie A di quest’anno è molto complicato sia perché siamo in fase di calciomercato, sia perché ci sono stati e sono ancora in corso vari cambiamenti sulle panchine: due tra tutti Thiago Motta alla Juventus e Antonio Conte al Napoli. Mi sbaglierò e verrò sicuramente smentita, ma non credo che l’esperienza di Conte al Napoli sarà così semplice come in molti prevedono. Non lo sarà perché Napoli non è un ambiente facile e perché Aurelio De Laurentiis ha una personalità molto molto forte e ingombrante. Non sarà facile sostituire un tecnico come Luciano Spalletti e i napoletani prima ancora della vittoria hanno bisogno di empatizzare e innamorarsi. Quella di Napoli non è una piazza facile, è ai livelli di una top, ma non ha la storia di Inter Milan e Juventus. La sorpresa potrebbe essere la Roma di Daniele de rossi, arrivato come traghettatore, ha smentito anche il più scettico degli scettici. Sembra che alleni da tantissimo, soprattuto per il modo in cui comunica e per come risponde alla stampa. Gioca un bel calcio e non è un uomo che si accontenta. Sorvegliato speciale? Il Como, occhio che potrebbe essere una sorpresa”.
Cosa rappresenta per te San Siro? “San Siro è come essere a casa. Ricordo ancora il battito del mio cuore la prima volta che ho salito i gradoni per arrivare su sugli spalti. Quella sensazione si ricorda come il primo bacio, ma soprattutto non smetti mai di provarla. ho visto tanto in 23 anni di Inter e sono grata per il fatto di avere un amore così grande nella mia vita. C’è chi ha bisogno di un cercare altrove, a me bastano i miei colori, la curva Nord che canta e 11 uomini in campo che sono lì per lottare e vincere insieme a noi. L’Inter è la mia famiglia, è il posto sicuro in cui mi rifugio quando ho bisogno di conforto. ci sono partite che ricordo a memoria per quante volte le ho viste ed è incredibile come ancora oggi gare di anni e anni fa mi facciano venire i brividi”.
Cosa rappresenta per l’Inter? Marotta avrà secondo te dei poteri in più?”Marotta avrà inevitabilmente più poteri, ma sono davvero felice perché lo ritengo l’uomo più competente che abbiamo nel panorama calcistico italiano. Ha una visione proiettata sul lungo periodo, non è schiavo dei giocatori ma riesce a imporre la sua autorevolezza tramite il metodo bastone e carota. al suo fianco ha una figura come quella di Piero Ausilio che è riuscito negli anni a fare ottimo scouting anche per il settore giovanile. Quando Massimo Moratti ha venduto l’Inter non sono uscita di casa per una settimana: per me Massimo era un padre, Amavo il suo sorriso e vederlo seduto accanto a Tronchetti Provera con la sua sigaretta a soffrire insieme a noi. Solo oggi, con un altro italiano di grande spessore riesco a sentire quel senso di vicinanza. Spero che la nuova proprietà capisca la centralità e lo spessore di un uomo come Marotta, che ci invidiano anche all’estero, e questo lo si capisce dalla scelta immediata che hanno fatto nel volerlo presidente. Lui ha un respiro internazionale, quel respiro di cui ha bisogno una grande squadra come l’Inter”. Continua a leggere