Sito INPS, ora è ufficiale: il collasso dell’1 aprile è stato dovuto a un attacco hacker

Sembrava essere inizialmente una bufala e, invece, a confermalo ora sono gli investigatori: il collasso del sito INPS di inizio aprile, quando venne aperta la procedura per richiedere il bonus 600 euro per gli autonomi, fu dovuto a un attacco hacker. Nel Report2 dell’Organismo permanente di monitoraggio e analisi sui rischi di infiltrazione nell’Economia da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, è questa la clamorosa notizia che emerge.

Come ci si ricorderà, il primo aprile è stata la prima data utile per fare richiesta sul sito INPS per il bonus 600 euro previsto dal Dl Cura Italia e diretto a partite IVA e lavoratori autonomi. Immediatamente, gli utenti avevano potuto constatare diffusi malfunzionamenti e proprio il presidente dell’INPS giustificò queste problematiche inizialmente proprio a un attacco hacker, salvo poi specificare che il problema era stato legato al flusso di richieste enorme.

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Sono state tante le segnalazioni degli utenti: molti denunciavano problemi con le credenziali per accedere all’area riservata, altri hanno addirittura avuto la possibilità di accedere ai dati sensibili di altri richiedenti, coordinate bancarie comprese. Intorno alle 13, poi, l’Istituto ha informato sul proprio sito che il servizio non era più disponibile, provando così a sistemare la grave situazione.

Ma secondo il report sopra citato, sembra che Tridico avesse ragione quando ipotizzava un attacco da parte di hacker informatici. Nell’ambito delle “campagne Ddos”, che consistono nel “provocare la paralisi di un servizio web, reso non più operativo attraverso richieste (interazioni) massive indirizzate ad uno specifico server”, appare “inquadrabile il noto caso Inps”.

“Le specifiche evidenze acquisite hanno consentito di ricollegare a tale tipologia di attacco ai sistemi, le difficoltà di accesso, al sito dell’istituto, registrate durante il cosiddetto click day dello scorso 1 aprile, difficoltà che, in una prima fase, hanno ostacolato il perfezionamento della procedura necessaria all’erogazione dei benefici economici accordati dal governo per il sostegno del reddito dei lavoratori autonomi e subordinati”.

Inizialmente, erano stati gli esperti a smentire Tridico ritenendo lo scenario di un attacco informatico come impossibile. Eppure, neppure il presidente del Consiglio Conte aveva escluso tale ipotesi e, come commentato anche dal vice segretario Andrea Orlando: “Alcune infrastrutture strategiche sono state sotto attacco di hacker. Bisogna subito convocare il Copasir per chiedere al Dis quale reazione è in atto. Questi sciacalli vanno fermati immediatamente”.

Ovviamente, l’attacco hacker non rende meno grave la situazione che si è venuta a creare, soprattutto perché ha esposto i dati sensibili di tante persone. Ma le responsabilità dell’INPS sembrano così diminuire, davanti a tale nuovo scenario.

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