Serie A – Roma, la conferenza di presentazione di Pau Lopez
Si presenterà alle ore 11:45 in conferenza stampa dal Centro Sportivo “Fulvio Bernardini” di Trigoria il nuovo portiere della Roma Pau Lopez.
Petrachi: “Ben ritrovati. Non sono molto abituato a presentare ogni giorno giocatori. Sono qui per presentare Pau Lopez. E’una scelta tecnica e di personalità. A Roma la pressione è tanta, mi ha colpito la sua personalità e la sua capacità nelle uscite e di prendersi responsabilità. Ha un ottimo mancino e rappresenta in pieno il giocatore coraggioso che richiede Fonseca. Viene dalla scuola spagnola e si sta allenando con un preparatore competente come Savorani.
Cosa ti chiede Paulo Fonseca?
“Innanzitutto ringrazio il club per aver puntato su di me. Ora sta a me ricambiare la fiducia. In questi giorni con il mister ci stiamo concentrando sulla fase difensiva, ci spiega cosa cerca dalla sua squadra. Più avanti lavoreremo sul resto”.
È importante nel calcio moderno saper far ripartire l’azione dal portiere?
“Dipende dall’allenatore, il portiere deve adattarsi alle richieste del mister. Fonseca vuole che giochiamo da dietro, e può essere utile per la squadra”
Hai anche un difetto?
“Ne ho molti. Vengo da una scuola differente rispetto a quella italiana, noi lavoriamo in modo differente. Ho molto da imparare in allenamento. Qui si cura ogni mino dettaglio, ma sono sicuro che dopo un po’ di ambientamento mi troverò bene. Tutti mi hanno parlato benissimo di Savorani. Il campionato italiano per me è una sfida importante”
A Roma sono passati grandi portieri come Alisson e Szczesny. Il brasiliano è un modello per te?
“Alisson è stato un portiere importante ed è uno dei migliori. Non mi piacciono i paragoni, sono Pau e sono venuto qui per la Roma e per scrivere la mia storia. Ora inizia la storia di Pau e spero sia una bella storia, così che la gente possa essere orgogliosa di me”.
Hai preferito la Roma al Barcellona e alle squadre della Premier.
“Quest’estate non volevo lasciare il Betis, poi dopo l’offerta della Roma avevo cambiato subito idea. Ho ritenuto fosse il momento giusto per fare un passo avanti e crescere ulteriormente, per cui avevo solo due opzioni: restare o venire qui a Roma. Ma questa è stata la scelta giusta”.
Si è parlato di una riduzione dell’ingaggio.
“Sia la Roma che io volevamo che arrivassi qua. Sono stati fatti degli sforzi da entrambe le parti, non è il caso di aggiungere altro”.
Prende la parola Petrachi: “Aggiungo io qualcosa: poteva sembrare comunque una sviolinata quella di anticipare questa cosa nella presentazione del ragazzo, però visto che è stata tirata fuori è evidente che non capita tutti i giorni di stabilire un ingaggio per far sì che l’operazione vada in porto. Per chiudere l’operazione, visto che il Betis non si alleggeriva di una virgola, il ragazzo ha preso la decisione di rinunciare allo stipendio. Anche l’agente aveva una percentuale sulla futura rivendita, e ha rinunciato anche lui. Questo è simbolo di maturità”.
Sei cresciuto nell’Espanyol e hai avuto un diverbio con Messi. Quanto ti stimolano le rivalità? Ti ricordi Roma-Barcellona dello scorso anno?
“Quando si è giovani e si cresce nell’Espanyol c’è una rivalità con il Barcellona. In quell’occasione contro Messi è stato un errore. Ci sono partite calde e sentite. E’ anche importante non andare oltre il limite di una partita di calcio. Ricordo quella partita ed è stata una rimonta straordinaria della Roma, l’ho vista da casa e per qualche minuto mi sono rallegrato”.
Sei il portiere più pagato della storia della Roma. Ti aspettavi di valere così tanto?
“È sempre una responsabilità quando un club scommette su di te, non si sa mai come andranno le cose. L’unica cosa che posso garantire è lavoro, umiltà e sacrificio, adesso sta a me dimostrare di valere. In ogni caso ho la serenità di lavorare duro e rendere orgoglioso gente e tifosi”.
Cosa non ha funzionato al Tottenham?
“Sapevo che avrei avuto poche possibilità di giocare e prima giocavo spesso. Conoscevo Pochettino e mi aveva detto che non avrei giocato, ma che sarebbe stata un’esperienza utile per me, così è stato. Di fatto non ho giocato, ma lavorare con un nuovo allenatore dei portieri mi ha migliorato tantissimo, gli sono grato, se sono il portiere che sono oggi lo devo anche a lui ed alla sua esperienza. Era differente, avevo poche aspettative di giocare”.
Sei uno che comunica molto con i tuoi compagni? In che lingua? “Sì, mi piace molto parlare con i miei compagni. Già capisco abbastanza italiano e per rispetto del club dovrò parlare al più presto l’italiano, come ho fatto con l’inglese al Tottenham. E’ un qualcosa che devo fare per rispetto del club e della gente”.
Hai giocato in Premier, Liga e Serie A: può essere l’esperienza giusta per conquistare la nazionale spagnola? Qual è la tua caratteristica principale? “Arrivo in Serie A dopo aver cambiato diverse squadre. E’ mia intenzione fermarmi in un posto tranquillamente e fermarmi a crescere e questo è il posto migliore per crescere. Un posto straordinario, un allenatore dei portieri di cui parlano tutti bene: questo è il posto ideale per fare un passo avanti nella mia carriera. Sulla nazionale ora non ci penso, voglio fare bene per questa squadra”.
La Roma gioca con la difesa alta. Ti senti pronto a fare il libero aggiunto? C’è un portiere a cui ti ispiri? “Il portiere si deve adattare a quello che chiede il mister: se dovrò giocare alto lo farò per aiutare la squadra. Sin da piccolo cerco di rubare le cose migliori ai grandi portieri guardandoli”.