Seconde squadre, un bene o un male per il calcio?

In questi ultimi anni stiamo assistendo all’approdo nel campionato di Serie C delle seconde squadre dei grandi club di Serie A. La prima società che ha intrapreso questo percorso da anni è la Juventus che, negli anni, dati alla mano, ha sfornato moltissimi talenti dal suo Under 23, tra cui: Soule, Barrenechea, Nonge, Sekulov e via discorrendo. La seconda squadra che ha intrapreso questo percorso da meno di un anno è l’Atalanta che, con i suoi giovani terribili, sta dominando in lungo e in largo, diventando ormai la squadra da battere. La terza squadra che intraprenderà questo percorso è il Milan, che approderà nel campionato cadetto il prossimo anno, prendendo il posto di una squadra impossibilitata a iscriversi al prossimo campionato di Serie C. Dopo aver analizzato le squadre in questione, possiamo sicuramente affermare che sono un bene per le cosiddette prime squadre, che riescono a far lievitare il valore dei propri giovani, che riescono a mettersi in mostra in Serie C. Tuttavia, possiamo sicuramente affermare con altrettanta certezza che le seconde squadre sono meno seguite dai tifosi, e ne è dimostrazione la poca affluenza negli stadi di casa di queste società. Un altro dato certo è che, consentendo l’entrata di queste squadre, si toglie posto a delle squadre di provincia che sognano di entrare a fare parte dei professionisti. Quindi, in ultima analisi, possiamo affermare che le seconde squadre sono sicuramente un’opportunità per le squadre di Serie A per fare cassa, ma quello che è certo è che si rischia di rendere il calcio italiano sempre più elitario e di non consentire alle piccole piazze di sognare in grande.

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