Il Protocollo indicato dal documento dell’ISS nel caso di sospetta positività nelle scuole, distingue quattro tipologie diverse di casi. Alunno con sintomi durante la permanenza a scuola, alunno con sintomi mentre si trova a casa, operatore scolastico con sintomi all’interno dell’istituto, operatore scolastico che presenta sintomi al di fuori della struttura scolastica. Il campanello d’allarme è sempre una temperatura corporea sopra 37.5°. E poi tutte quelle manifestazione tipiche delle sindromi influenzali e, in particolare, del Covid-19: tosse insistente, mal di gola, dolori muscolari, disturbi intestinali, perdita di gusto e olfatto. Se un alunno, durante la giornata scolastica, mostra uno o più sintomi collegabili al Covid-19, la prima cosa da fare è avvertire il referente Covid-19 (la persona, presente in ogni istituto, che deve coordinare la gestione del caso). Sarà quest’ultimo ad avvertire i genitori dell’alunno e a ‘isolare’ lo studente in una stanza dedicata, dove gli verrà misurata la temperatura. Tutti, a partire dal ragazzo o dalla ragazza (a meno che abbia meno di 6 anni), dovranno indossare una mascherina chirurgica in attesa che arrivi qualcuno a prenderlo/a. Dopodiché andrà pulita e disinfettata la stanza in cui si trovava l’alunno. Saranno i genitori a contattare il medico di medicina generale (o il pediatra) per la valutazione telefonica del caso. Il medico, se lo riterrà opportuno, prescriverà il test avvertendo la Asl competente. Se il test risulterà positivo, per il ritorno in classe si dovrà attendere la ‘negatività” di due tamponi effettuati a 24 ore di distanza l’uno dall’altro. Altrimenti prosegue l’isolamento. In caso di positività accertata, verrà subito attivato il tracciamento dei contatti e si procederà alla sanificazione delle aree scolastiche in cui si è soffermato l’alunno. Nel frattempo la Asl, acquisita la lista di compagni di classe e personale scolastico entrati in contatto con il contagiato nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi, stabilirà chi sono i contatti stretti che verranno messi in quarantena fiduciaria per 14 giorni dall’ultimo contatto. Se invece il tampone risulta negativo al paziente sospetto verrà ripetuto il test dopo 2-3 giorni. Nel frattempo l’alunno dovrà restare a casa, fino alla completa guarigione (anche se non ha contratto il virus). Per il ritorno a scuola si dovrà presentare un certificato medico che attesti lo svolgimento di tutte le procedure del caso. Molto più snella la procedura nel caso l’alunno mostri sintomi riconducibili al Covid-19 – in particolare febbre superiore ai 37.5 registrata durante la misurazione quotidiana – quando è ancora a casa. Ovviamente non potrà uscire, mentre i genitori avvertiranno il medico e la scuola. In caso di sospetta positività, il medico disporrà il tampone di controllo interfacciandosi con la Asl. Lo stesso Dipartimento di prevenzione si attiverà per approfondire l’indagine diagnostica su eventuali persone entrate in contatto con lo studente. Se il potenziale positivo è, invece, un docente o un componente del personale scolastico, non è previsto nessun isolamento in istituto. La persona coinvolta dovrà indossare la mascherina, allontanarsi dalla struttura e tornare immediatamente al proprio domicilio. Anche in questi casi sarà il medico curante a valutare l’opportunità del test diagnostico. Qualora il tampone risulti negativo ma il medico riscontri un altro tipo di patologia, la persona potrà tornare a scuola presentando un certificato che attesti la sua ‘non contagiosità”. Se, invece, la comparsa dei sintomi avviene fuori da scuola la procedura è molto simile a quella prevista per gli alunni: si resta a casa, si avverte il medico, si comunica l’assenza dal lavoro per motivi di salute. Se il medico lo ritiene opportuno si effettua il test; in caso di positività si avvia l’indagine sui contatti. Altrimenti si può tornare al lavoro presentando la certificazione che giustifichi l’assenza per una patologia differente. Il Rapporto dell’ISS, però, elenca anche una serie di casi differenti che fanno comunque scattare approfondimenti. Se, ad esempio, si verificano assenze in blocco di studenti (circa il 40% della classe) il referente Covid-19 ne deve dare comunicazione al Dipartimento di prevenzione che valuterà il da farsi, anche in base alla diffusione del contagio nella comunita’ di riferimento.