Milan, ecco perchè il “rosso” nel bilancio, non preoccupa la società
Non possiamo di certo sostenere che il bilancio del Milan è in totale sicurezza, non si vuole sottovalutare quanto accaduto nei mesi di gestione degli uomini nominati dal “desaparecido” Yonghong Li. Mesi nei quali sono saltati tutti gli obiettivi – dichiarati all’indomani del “closing” che ha portato Fininvest a intascare 520 milioni (liberandosi allo stesso tempo di 22 milioni di debiti) – e che hanno causato una perdita nel bilancio 2017-18 pari a 126 milioni. Una perdita in aumento di 53 milioni, rispetto al rosso di 73 milioni di un anno fa, per fare chiarezza su questa vicenda è intervenuto nel suo blog Bollettino Milan, il giornalista Luca Pagni, che in un’analisi molto dettagliata rassicura i tifosi rossoneri.
Quindi, rispondiamo subito ad alcune domande. Il bilancio del Milan è negativo, in peggioramento rispetto all’anno precedente? Senza dubbio sì. I tifosi dovrebbero preoccuparsi? Assolutamente no. E per quale motivo?
Aumenti di capitale. Innanzi tutto, va tenuto conto che tenuto che nel corso dei mesi di agosto e settembre 2018, sono stati effettuati versamenti alla capogruppo AC Milan SpA da parte del fondo Elliot (in qualità di azionista di controllo) per complessivi 170,5 milioni. Inoltre, AC Milan SpA ha estinto dei due prestiti obbligazionari. Pertanto, il Milan, al momento, non ha più debiti e l’equilibrio patrimoniale e finanziario è stato ristabilito.
Pochi debiti. In altre parole: durante la gestione cinese, il Milan ha avuto molte più spese di quante sono state le entrate, rischiando di arrivare a una situazione finanziaria pericolosa. Tanto è vero che prima dell’estate Elliott _allora debitore – ha concesso una dilazione su una parte del debito per consentire al Milan di rispettare i parametri finanziari obbligatori per potersi iscrivere al campionato in corso. Ma una volta diventato proprietario del club, il fondo Elliott ha provveduto a un aumento per sanare la situazione e in questo momento il Milan ha pochissimi debiti ed è esposto verso altri club per “soli” 119 milioni (le rate dei giocatori che vanno saldate).
Partite straordinarie. Non solo: in bilancio sono già state inserite voci straordinarie che non si trascineranno agli anni successivi. La prima riguarda la svalutazione per 21, 6 milioni di alcuni giocatori (Bacca e Kalinic su tutti, ma anche con cifre minori per Antonelli, Vergara e Gabriel). Mentre sono stati accantonati 17,5 milioni in previsione di una possibile sanzione da parte dell’Uefa per la violazione del fair play finanziario negli ultimi tre anni di gestione berlusconiana. Questo significa che il Milan si aspetta una “punizione” di carattere economico. Se ci saranno limitazione di mercato si vedrà, ma siccome prevedono l’obbligo di un mercato a saldo zero non aveva senso inserirle a bilancio. A questo proposito va notato
Pulizia di bilancio. Cosi intervenendo, il fondo Elliott ha di fatto ridotto i costi per gli oneri finanziari (15 milioni in meno nei prossimi anni) e pure il debito nei confronti degli altri club è contenuto (-119 milioni)
Ripartire da zero. In pratica, ora il Milan può ripartire da capo con una nuova gestione. Fondamentale sarà centrare l’ingresso in Champions League che da solo vale almeno 40-50 milioni di incassi aggiuntivi. Ma anche l’ingresso di nuovi sponsor e una nuova politica di sviluppo del marketing. A questo penserà dal primo dicembre il nuovo ad Ivan Gazidis, in arrivo dall’Arsenal.
Aumento dei ricavi. Per essere corretti, va almeno detto che durante l’anno di gestione cinese si è arrivati se non altro a un aumento del 20 per cento dei ricavi, arrivati a 255,8 milioni. Siamo ancora lontani dal mezzo miliardo della Juve, ma si tratta comunque di un primo passo avanti.
Ultima curiosità: quanto è costato il mercato di Fassone e Mirabelli? Per la precisione 240,5 milioni: dai 44 per Bonucci al milione per Antonio Donnarumma.