Lazio, Rovella nota lieta: un momento di consacrazione che vale la chiamata di Spalletti
Maglia numero 6, capello biondo e testa alta. Nicolò Rovella si è preso la Lazio. L’anno scorso solo la pubalgia ha frenato il suo impatto in squadra e nel campionato italiano. Con Sarri ci aveva messo pochissimo a rubare il posto da titolare a Cataldi, protagonista assoluto della stagione dello storico secondo posto. Adesso finalmente si sta prendendo tutto. Si è accorto di lui addirittura anche il ct Luciano Spalletti, che l’ha premiato con la convocazione in Nazionale, dopo che negli ultimi anni gli erano sempre stati preferiti altri profili.
Le statistiche rimbombano paurosamente come grandi numeri: nel recupero palla ha pochi eguali: nei top cinque campionati europei Rovella è terzo per contrasti completati (33 totali, 22 riusciti), a pari merito con Højbjerg e Cásseres Jr. del Tolosa. Solo Andrey Santos dello Strasburgo (in prestito dal Chelsea; 37, 24) e Caicedo del Chelsea (38, 25) hanno fatto meglio. Anche a livello di impostazione ha alzato l’asticella: tra i centrocampisti con almeno 500 passaggi riusciti è terzo per precisione (550 tentati, 511 completati 93%). Solamente Højbjerg (1004, 935, 93,1%) e Kovacic (773, 723, 93,5%) l’hanno superato, ma si è comunque lasciato dietro giocatori del calibro di Tchouaméni, Zaire-Emery e Vitinha.
Nel modulo di Baroni è centrale il suo ruolo da motorino instancabile: dopo Freuler (11,565 km) e Mctominay (11,989 km), in campionato è terzo per distanza media percorsa (11,560 km), con una velocità massima di 33,9 km/h, damediano. Per rendere l’idea, Nuno-Tavares è arrivato a 35,5 km/h. Ormai il classe 2001 di Segrate ha conquistato tutti e si sta consacrando come uno dei migliori centrocampisti italiani in circolazione.
Dunque sembra aver preso in mano il centrocampo della Lazio e lo sta dirigendo alla grande, il vero e proprio autista al timone per Marco Baroni. CONTINUA A LEGGERE>>>>