Europa League – Roma, Pau Lopez: “Cresciamo partita dopo partita”
LE PAROLE DEL PORTIERE DELLA ROMA PAU LOPEZ
Parla il portiere della Roma Pau Lopez, in vista della gara di stasera di Europa League. Ecco le sue parole, riprese dal sito ufficiale della Roma:
La Roma subisce meno gol rispetto alle prime giornate, cosa è cambiato?
“Siamo una squadra che sta crescendo e con il passare delle partite abbiamo imparato diverse cose. Sono arrivati molti calciatori nuovi, c’è un allenatore nuovo: è una questione di tempo. Sappiamo fin dall’inizio che la Roma deve vincere e deve farlo giocando bene. Siamo una squadra che lavora molto bene, che sta crescendo partita dopo partita e questa è la strada giusta, sulla quale dobbiamo proseguire”.
Anche al Betis giocavi molto con i piedi?
“Ho iniziato a farlo molto l’anno scorso nel Betis, nell’Espanyol dove sono cresciuto non ho giocato così. Grazie al mister Setien sono cresciuto molto, grazie a lui ho avuto la fortuna di andare in nazionale”.
Da spagnolo, hai mai avuto l’impressione che le squadre italiane snobbassero l’Europa League? Dove può arrivare la Roma in questa competizione?
“Ho sempre pensato che le squadre italiane fossero molto forti. Questa è una competizione che mi piace molto, l’ho giocata l’anno scorso con il Betis e siamo stati eliminati da una squadra francese (il Rennes, ndr). È una competizione importante per me e per tutta la squadra. Pensiamo partita dopo partita, la strada da seguire è questa. Non dobbiamo porci obiettivi ora e vedremo alla fine della stagione dove saremo e per capire per cosa potremo lottare”.
Per te chi è il portiere più forte del mondo? Ce n’è uno che studi perché ha un gioco simile al tuo?
“Mi piace imparare da tutti i portieri, da ognuno posso carpire qualcosa. Sul più forte del mondo non lo so, è difficile dirne solo uno. Per me ce ne sono due in questo momento: Oblak e ter Stegen sono più avanti degli altri”.
Quanto conta sapere l’italiano e avere un buon impatto come hai avuto nel calcio italiano, imparando subito la nuova lingua?
“Non lo so, dipende dal singolo. Io l’ho detto quando sono arrivato che volevo imparare l’italiano velocemente, perché è il modo migliore per entrare in contatto facilmente con la squadra e con la Società. I primi due mesi ho fatto lezione quasi ogni giorno con Claudio (l’interprete della squadra, ndr) e devo essere grato a lui perché mi ha permesso di parlare l’italiano così velocemente”.
Ti dà più adrenalina se un attaccante ti pressa quanto ti passano la palla o quando ti stanno per tirare un calcio di rigore?
“Forse da fuori sembra rischioso quello che facciamo, ma non lo è così tanto quanto pensa la gente. A me piace giocare così, mi diverto di più”.