ESCLUSIVA TM24 – Sanna: “Onoreremo la Sardegna e allestiremo una squadra competitiva”

Nella vita, così come nella professione che ognuno di noi ha deciso di intraprendere, arriva un momento nel quale bisogna decidere chi essere davvero, cosa fare e scegliere il cammino per ottenere ciò che si vuole. Capita a tutti ed è capitato anche a noi di TuttoMercato24. Abbiamo deciso, anche se non tralasceremo l’idea iniziale di rivolgerci agli appassionati di calciomercato, di cambiare la rotta del nostro navigare verso realtà meno conosciute (ancora!) o quelle che forse la popolarità vera e propria non la raggiungeranno mai. Per questo motivo nelle ultime settimane abbiamo voluto dare spazio alla ingiustamente tanto strampalata Serie C e alla Serie D. E sempre per queste ragioni, nello scegliere i protagonisti della nostra prima intervista, abbiamo voluto raggiungere, dare voce e visibilità alla FINS (Federatzione Isport Natzionale Sardu).

Sì, perché nel periodo più complesso del calcio italiano, soprattutto di quello di provincia, causato da una distribuzione delle risorse economiche che favorisce sempre e comunque i grandi club e la creazione delle seconde squadre, anziché aiutare e sostenere le realtà locali che inesorabilmente falliscono fino a scomparire, l’iniziativa di costituire, forse in controtendenza, la Nazionale Sarda di calcio merita attenzione e rispetto. Perché può essere un’occasione e un volano per migliorare ulteriormente la sinergia tra club militanti in diverse categorie e per dare l’opportunità a tanti giovani di crescere come uomini e come calciatori. Chissà che non sia proprio dalla Sardegna che parta l’esempio virtuoso per tutto il resto della Penisola.

Ecco, dunque, di séguito le parole del Presidente della FINS Gabrielli Cossu e del Direttore Generale Vittorio Sanna.

La prima domanda, forse banale e scontata, non può che essere una, ovvero quella che si riferisce all’origine del progetto di costituzione di una Nazionale di calcio regionale. Come nasce il progetto e quali difficoltà nel corso degli anni avete dovuto superare per renderla realtà?

GABRIELLI COSSU: “Il progetto di FINS nasce durante l’estate del 2012 a Fordongianus, quando organizzammo la prima amichevole internazionale di calcio a cinque, tra la nostra Natzionale Sarda de Fùbalu a 5 e una rappresentativa Catalana. Da quel momento, si fece viva l’idea di creare una Natzionale Sarda di calcio a undici. L’occasione per realizzarla concretamente si è presentata la scorsa estate, quando ci ha contattati un dirigente della ConIFA, il quale ha mostrato un vivo interesse per le nostre iniziative e ci ha prospettato la possibilità di entrare a far parte della loro confederazione internazionale, alla quale sono affiliate squadre che rappresentano nazioni, nazioni e popoli senza Stato, Stati senza un riconoscimento internazionale, minoranze etniche e micronazioni che non fanno parte della FIFA“.

Meglio una Repubblica di straccioni che una colonia di miserabili” sosteneva Antonio Simon Mossa, celebre esponente dell’indipendentismo sardo di qualche decennio fa. Nel panorama internazionale di oggi, calcistico e non solo, quanto c’è di “ideologico” nel progetto oppure è “solamente” un passaggio nel percorso calcistico di valorizzazione dei talenti sardi?

COSSU: “Essere una Nazione non ha nulla di ideologico: occorre che esista un popolo che condivide una lingua, una cultura e perduri su un determinato territorio. Tutti questi presupposti sono stati verificati nella Nazione Sarda. Indubbiamente riconoscere da Sardi che la Sardegna sia una Nazione è fondamentale per portare avanti un progetto che riguarda la nostra rappresentativa calcistica. Valorizzare i nostri talenti in una vetrina internazionale e dando loro la possibilità di rappresentare il proprio popolo non potrà che darci ulteriori motivazioni“.

In questa fase quanto conta l’aspetto sportivo? O è più la volontà di trasmettere i valori e la cultura sarda a muovere i fili?

COSSU: “Per FINS, sono due aspetti che vanno di pari passo: oltre alla trasmissione dei valori e della cultura, per noi, è importante che la Natzionale Sarda sia una squadra che possa competere con lealtà e agonismo al meglio delle sue possibilità. In noi è viva la volontà che la Sardegna venga rappresentata in Europa e nel Mondo nel modo migliore, e siamo convinti che la scelta di Vittorio Sanna come Direttore Generale e di Bernardo Mereu come C.T. sono la prova che vogliamo che la nostra squadra dia tante soddisfazioni anche sul campo“.

È stato scelto un inno in particolare? Quale? Come sarà la maglia della Nazionale, colori, stemma?

COSSU: “Per quanto riguarda l’inno, visto che esiste un esteso repertorio di possibili scelte che sono fortemente rappresentative per la Natzione Sarda, la loro valutazione è in corso d’opera. Per le maglie, i colori e lo stemma abbiamo tante idee a cui stiamo lavorando, ma credo che ci lasceremo ispirare dai nostri vessilli e simboli nazionali“.

Quanto entusiasmo percepite intorno a voi dai sardi: per esempio, non c’è una lingua sarda ufficiale (probabilmente il logudorese è la variante che ci va più vicina) e ci sono differenze anche culturali tra nord e sud, e soprattutto tra Cagliari e il resto della Sardegna. Il progetto della Nazionale Sarda è stato accolto con entusiasmo ovunque?

VITTORIO SANNA: “L’impatto ci ha sorpreso positivamente. Se ne parla tanto, vuol dire che l’interesse è vivo. A noi è arrivato l’entusiasmo ma esiste certamente il popolo degli scettici. Loro sono il nostro margine di crescita. Gli altri, chi mostra entusiasmo, la carica che serve per un lavoro difficilissimo. La questione delle varianti linguistiche non esiste nello sport che parla un linguaggio universale. Già comunque il fatto che si parli di “varianti” vuol dire che esiste una lingua, ma non è certo nostro compito stabilire quale. A me capita di girare per la Sardegna, parlo con la mia variante e ho imparato a capire le altre. Un po’ quel che capita in Italia: il linguaggio informale è caratterizzato da contaminazioni dialettali a volte incomprensibili, ma non per questo si mette in dubbio che si sia tutti italiani. Le differenze culturali sono poi le ricchezze della nostra Isola, la varietà è il ventaglio dell’offerta culturale. Ciò che attraverso il calcio si vuole portare nel mondo“.

“Una Nazionale emotiva”, ci spiega, direttore, il senso di questa espressione?

SANNA: “Il minimo comune denominatore deve essere l’emozione di rappresentare la Sardegna. Non c’è altra ragione per farne parte. Non c’è guadagno, non ci sono interessi particolari. L’idea di portare i valori storici, culturali e ambientali della propria terra in giro per il mondo, onorando il concetto e l’orgoglio dell’essere Sardi“.

Quali saranno i prossimi imminenti passi da compiere?

SANNA: “Per quanto ci riguarda, allestire lo staff tecnico e programmare la stagione, identificando anche i calciatori papabili, sulla base del regolamento FINS che si sta per deliberare“.

Obiettivo Europei in Artsakh, uno stato di fatto non riconosciuto autoproclamatosi indipendente dall’Azerbaigian. Quali aspettative?

SANNA: “Si va per onorare la Sardegna, per farla conoscere, convinti che si possa allestire una squadra competitiva“.

Passiamo a Bernardo Mereu, uomo e professionista che conosce perfettamente la realtà calcistica sarda e anche uomo di miracoli sportivi nell’Isola, l’ultimo dei quali con l’Olbia. In Sardegna ci sono tanti talenti, il più noto negli ultimi tempi è certamente Barella, ma ce ne sono altri come Burrai e Ragatzu, entrambi usciti dal centro sportivo di Matteoli a Palmas Arborea. È già iniziato, dunque, un lavoro di programmazione in sinergia con i club dell’Isola? Si può considerare Bernardo Mereu come uomo di unione anche con il Cagliari Calcio?

SANNA: “Bernardo Mereu è l’uomo capace di sintetizzare i valori del calcio sardo e di esaltarli, con una competenza di serie A, categoria che non ha avuto la fortuna di conoscere dalla panchina, pur meritandolo. Il Cagliari Calcio ha già dato dimostrazione di sensibilità nei confronti dell’iniziativa lasciando che Mereu accettasse l’incarico. Ma non sarà il solo. E il Cagliari è la stella polare del calcio sardo. Ma il firmamento è composto da tutte le società calcistiche, dalla più luminosa alla più flebile. L’obiettivo è che sia la nazionale di tutti i sardi e non di una società in particolare“.

E con le realtà imprenditoriali? Ci sono già dei riscontri positivi?

SANNA: “Questi sono aspetti che non mi competono. La FINS presenterà a breve tutti gli altri incarichi. E ogni settore avrà il suo riferimento“.

Il mister è già al lavoro? Ha già in mente una rosa di giocatori da convocare? Si conoscono già i primi avversari della Nazionale Sarda nelle tappe di avvicinamento agli Europei?

SANNA: “Sì. Stiamo lavorando per iniziare a identificare i calciatori della rosa. Così come per la programmazione delle amichevoli. Ma, in questo caso, inutile fare nomi, se non sono accordi formalizzati. Abbiamo avviato contatti per due amichevoli in Sardegna e due all’estero, prima degli Europei di Giugno. Per chi vuole studiare geografia, suggerisco il sito della Federazione internazionale www.conifa.org per conoscere non solo le avversarie ma anche le realtà territoriali di cui fanno parte. Lo sto facendo anche io scoprendo un mondo nuovo dentro il mondo“.

Autore

  • Antonio Ioppolo

    Giornalista, appassionato di storia, letteratura, calcio e mediani: quegli “omini invisibili” che rendono imbattibile una squadra. Il numero 8 come fisolofia di vita: grinta, equilibrio, altruismo e licenza del gol.

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