Coronavirus, Berlusconi positivo: è in isolamento

Anche Silvio Berlusconi è risultato positivo al coronavirus. La notizia si è diffusa proprio in queste ore, con il leader di Forza Italia che si era sottoposto a un tampone programmato dopo il rientro dal soggiorno in Sardegna. L’esito ha quindi dato risultato positivo, ma a calmare le acque è stato il medico curante Alberto Zangrillo, direttore delle Unità di anestesia e rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare presso l’ospedale San Raffaele di Milano: “È asintomatico e rimarrà in isolamento a casa, come previsto dalle disposizioni regionali”.

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Anche l’ufficio stampa di Berlusconi ha pubblicato una comunicazione: “Il Presidente continua a lavorare dalla sua residenza di Arcore, dove trascorrerà il periodo di isolamento previsto. Continuerà in ogni caso a sostenere i candidati di Forza Italia e del centro-destra alle elezioni regionali ed amministrative, con interviste quotidiane sui giornali, sulle televisioni e sui social”.

Berlusconi continuerà dunque il proprio lavoro direttamente da casa in un momento politico molto delicato, con le elezioni regionali e amministrative ormai imminenti e che potrebbero avere un importante significato anche per la futura politica nazionale.

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Negli scorsi giorni, a sottolineare l’emergenza è stata anche la Fondazione Gimbe di Bologna, che ha pubblicato alcuni dati allarmanti: nella settimana dal 19 al 25 agosto i nuovi casi di Covid in Italia sono cresciuti del 92,4% rispetto a quella precedente (6.538 a fronte di 3.399).

Un dato che, tuttavia, è anche effetto dell’aumento dei test (309.127 a fronte di 180.300), che hanno permesso di scovare molti asintomatici sfuggiti, per esempio, nei primi mesi della pandemia. E, infatti, lo stesso studio rivela un incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 2,1%.

Per quanto riguarda i dati ospedalieri, viene confermato il trend sia dei ricoverati con sintomi (+25,5%) sia di quelli in terapia intensiva (+13,8%). Dato curioso è che dei 19,714 risultati attualmente positivi, più del 90% si concentra in 11 Regioni: il 29,4% in Lombardia, il 33,4% nel Lazio, in Emilia-Romagna e Veneto e un ulteriore 29% in Campania, Piemonte, Toscana, Sicilia, Puglia, Sardegna e Liguria. Il restante 8,2% dei casi si colloca in sette Regioni e due Province autonome.

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