Catania, uno specchietto per le allodole chiamato playoff

Il Catania conquista la salvezza avendo la meglio su un Benevento apparso, onestamente, tutt’altro che incontenibile. Il successo striminzito ai danni dei sanniti, oltre a mantenere il club rossazzurro in Serie C, permette a quest’ultimo l’approdo alla fase nazionale dei playoff, anche in virtù della vittoria della Coppa Italia ottenuta ad inizio mese. I rossazzurri, quindi, avranno la possibilità di concorrere per la promozione in Serie B partendo dagli ottavi di finale. Tuttavia, in città regna lo scetticismo della piazza (a dire il vero c’è ancora qualcuno che sogna) legato ad una stagione sconcertante sotto tutti i punti di vista, non solo quelli legati ai risultati. La città, quindi, si divide tra chi presuppone addirittura un ritiro per arrivare al top all’appuntamento e cercare l’impresa, e tra chi, a nostro avviso RAZIONALMENTE e senza vivere tra le nubi, pretende fin da adesso una ristrutturazione societaria, mai scorta in questi mesi.

Catania ultimo nel ranking per le teste di serie ai playoff; il presagio di essere una comparsa senza alcuna probabilità

Il Catania, quindi, si presenta ai playoff non come la favorita, che già rappresenterebbe un fallimento considerato che in Serie C l’unico obiettivo dovrebbe corrispondere al primato, ma come una partecipante che può, solo per il suo nome altisonante, incutere timore alle avversarie. Questa sembra, ad oggi, l’unica arma a disposizione del gruppo rossazzurro, apparentemente inferiore ad almeno metà delle altre contendenti. Il ranking per l’identificazione delle teste di serie ai playoff è emblematico, con il Catania ultimo, essendo la squadra che tra le 28 ha raccolto meno punti durante il campionato. Insomma, nel calcio può accadere davvero tutto, ma, con tutta l’onestà possibile, la sensazione è quella che la tifoseria etnea, anziché andare in vacanza già a fine aprile, possa assistere ancora a qualche altra gara dei rossazzurri, ma senza alcuna illusione, a differenza di una dirigenza che continua a nascondere la polvere sotto il tappeto.

Ritiro idea vecchia e poco incline al contesto; urge spingere su altri fronti

In queste ore, in città si dibatte sulle possibilità che la società possa prevedere un ritiro per preparare al meglio i playoff. Un’idea che, onestamente, appare ormai superata e non più intrapresa dalle principali società di calcio, che si tirano fuori dai loro momenti di difficoltà soltanto con l’impegno (parola sconosciuta dalle parti nostre) ed il sacrificio, che non è certo riscontrabile con una vita monastica da parte dei calciatori, ma con una risposta all’interno del rettangolo di gioco, a prescindere da un eventuale ritiro o meno. La società, con a capo il vicepresidente Vincenzo Grella, anziché continuare ad illudere una tifoseria intera con predizioni fin troppo ottimistiche sui playoff, deve NECESSARIAMENTE, gettare le basi fin da adesso, e non a playoff conclusi, per ristrutturare il quadro dirigenziale del club, apparso fin qui non all’altezza, con figure esperte ed in grado di rilanciare il Catania nella prossima stagione. 

Poca presunzione, tanta rivoluzione: dev’essere questo il diktat, non c’è altra soluzione!

Chiunque ha a cuore le sorti del Catania, deve pressare fin da adesso imponendo un unico diktat: POCA PRESUNZIONE, TANTA RIVOLUZIONE. La prima mossa che dovrà, a breve giro, compiere la dirigenza è quella relativa alla scelta di un DS. Sia chiaro: stop a figure inesperte o promosse soltanto perché appartenenti alla storia rossazzurra. Non è la soluzione migliore, e questa stagione lo insegna. Catania ha bisogno di una figura esperta, che sappia sciogliere le numerose e spinose situazioni contrattuali formalizzate da chi, evidentemente, non aveva ben chiara la situazione, alleggerendo una rosa al momento non adeguata e ricomponendo quest’ultima con calciatori affamati e non a fine carriera o in condizioni fisiche precarie. Inoltre, l’arrivo di una figura che sappia mantenere un certo equilibrio all’interno dello spogliatoio e che sappia far rispettare le regole, considerate le numerose situazioni scabrose venutesi a creare quest’anno, appare inevitabile. Queste, non ce ne vogliate, sono priorità, non il ritiro! Continua a leggere

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