CATANIA – Con la giovane Dea sofferenza colossale, frutto di una gestione societaria anormale

Il Catania si qualifica per i quarti di finale dei playoff di Serie C, ma con l’Atalanta Under 23 si soffre terribilmente dal primo all’ultimo minuto. Il passaggio del turno nasconde un dato a dir poco sconcertante, ma che evidenzia ancor di più le difficolta abnormi riscontrate dalla società nella gestione di questa scellerata stagione. Lo 0-1 subìto dalla giovane Dea, vale la sconfitta stagionale numero 20; un ammontare di risultati negativi che non può fare ben sperare, aldilà dell’ottimismo che, bizzarramente, aleggia in città. I garzoni in maglia nerazzurra hanno corso dieci volte più dei poco dinamici e grintosi calciatori in maglia rossazzurra, pericolosi soltanto nella ripresa grazie al calo, evitabilissimo, della formazione di Modesto. Anche lì, però, sono emersi tutti i limiti che da settembre accompagnano il Catania: almeno tre palle-gol non concretizzate, con la solita imprecisione e poca cattiveria sotto porta; troppo poco per sperare nel miracolo!

Avellino superiore, ma a preoccupare è la staticità della società

Il Catania sventa così il pericolo “rimonta atalantina”, anche grazie ad una serata indimenticabile per l’estremo difensore rossazzurro Furlan, protagonista in almeno tre interventi chiave. I tifosi accorsi in massa al Massimino, hanno dovuto sudare le famose “sette camicie” per poter, al triplice fischio finale, tirare un sospiro di sollievo. Adesso ci sarà l’Avellino. I sostenitori etnei nelle ultime ore devono fare i conti con i numerosi sfottò che giungono dall’Irpinia, normale conseguenza di un campionato dove i rossazzurri hanno più volte raccolto figure barbine in giro per il Meridione. Sulla carta il confronto sembra avere un finale già scritto, anche se nel calcio non si può mai dare nulla per scontato. I favori del pronostico per la formazione di Pazienza non possono che essere la naturale conseguenza delle numerose settimane in cui i rossazzurri hanno fatto registrare sconfitte dietro sconfitte; essere sfavoriti ai quarti di finale dei playoff di Serie C, con una proprietà che ha fatto proclami sopra proclami e promesse sopra promesse, e che continua a vantarsi di obiettivi raggiunti quando realisticamente la classifica ha detto altro, è assai stucchevole.

La speranza è l’ultima a morire, ma adesso urgono i fatti, a partire dall’ormai attesissimo DS

Ciò che avverrà in questi spareggi promozione, lo stabilirà il tempo che rimane da qui al prossimo 9 giugno, data della ipotetica finale, che difficilmente il Catania raggiungerà. Motivo per cui, la società si spera stia già lavorando sottobanco per programmare al meglio la prossima stagione, che non potrà più essere contrassegnata dai numerosi abbagli presi dalla società, con al timone Vincenzo Grella. La promozione in Serie B è il sogno di tutti, anche dei più critici, ma anche l’eventuale e, onestamente improbabile, raggiungimento dell’obiettivo, non potrà far calare le attenzioni dell’ambiente etneo sulle future mosse societarie, a cominciare dalla proclamazione di un direttore sportivo che possa letteralmente modificare la intricata situazione della rosa. I tifosi, quindi, incrociano le dita e provano a spingere (anche domani sera il Massimino sarà pressocché esaurito), ma la pretesa principale della piazza dovrà essere la chiarezza, perché non può esserci successo accompagnato dalla confusione e dalla inidoneità mostrata da quasi tutto l’asset dirigenziale etneo.

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