Avellino: contro il Messina è già gara del dentro o fuori
Michele Pazienza e di certo anche la dirigenza, patron D’Agostino in testa, lo sanno bene. Quella vittoria che al Partenio manca dal 25 ottobre scorso (1-0 in pieno recupero al Cerignola) e il deficit di risultati casalinghi, che non fanno certo il paio con un rendimento in campo esterno che probabilmente gli irpini non hanno mai avuto nella storia recente, ha diverse spiegazioni.
Tra le tante, al di là della necessità, probabilmente, di cominciare a pensare di adottare nuovi accorgimenti tattici, c’è certamente la pressione di una piazza capace di essere il dodicesimo uomo in campo, ma anche di rappresentare un vortice in grado di risucchiarti e di toglirti tranquillità ed energia, facendoti rendere al di sotto delle tue qualità.
L’Avellino non ha davvero scelta e l’avversario non è certo di quelli più agevoli. Domani pomeriggio al Partenio arriva il Messina di Giacomo Modica, che ha ritrovato forma e punti preziosi. I biancoverdi, privi dell’infortunato Varela (terapia conservativa al ginocchio, si prevede minimo un mese di stop per l’uruguaiano), recuperano Ricciardi che però, potrebbe accomodarsi in panchina.
Il tecnico di San Severo alla vigilia ha caricato i suoi più che poteva. Ha confessato di avere un organico di primissima scelta, sa di non avere alibi, è consapevole che la società gli ha messo sul piatto d’argento i giocatori che voleva nel mercato di gennaio. Potrebbe essere arrivato il momento di vedere all’opera Rocca, veterano della categoria, non arrivato certo per scaldare la panchina, e quel D’Ausilio chiamato a dare una marcia in più alle spalle delle punte. E poi ci sono Patierno e Gori, rispettivamente 9 e 8 reti, che hanno una pazza voglia di arrivare in doppia cifra. Ora o mai più, perché se ancora una volta non dovesse arrivare la vittoria al Partenio, sarà davvero difficile continuare a sognare l’aggancio alla Juve Stabia.