Atalanta News, Percassi: “A Bergamo abituati a lottare”

Atalanta, le parole del presidente Percassi

Parla il presidente dell’Atalanta Percassi, il quale prova ad analizzare il momento vissuto dal suo popolo. Ecco le parole, rilasciate a RTL 102,5:

“Noi, come popolo, siamo abituati a non mollare. Bergamo non deve mollare, quella bergamasca è gente un po’ chiusa ma tanto generosa ed è abituata a lottare senza mollare mai, anche se è una cosa che non si è mai vista e non si è mai verificata. Sono stato in un ospedale e quando sei lì sembra un brutto sogno, ti viene solo da piangere e per fortuna ci sono queste persone che stanno facendo dei miracoli”.

Quale messaggio vuole mandare ai tifosi dell’Atalanta?
“I nostri tifosi sono incredibili soprattutto nei momenti di estrema difficoltà, c’è un’alchimia speciale. Mi auguro che quanto conquistato dall’Atalanta in questi anni possa strappare un sorriso al popolo che ci segue in questi giorni difficili”.

A partire dalla grande cavalcata in Champions League.
“È stato un crescendo di emozioni, a giugno saranno dieci anni da quando, con la mia famiglia, siamo tornati all’Atalanta. Dieci anni in crescendo, dalla promozione in Serie A ai nove campionati consecutivi disputati nella massima serie, dall’Europa League all’essere ora tra le migliori otto squadre della Champions. L’emozione più forte è stata la qualificazione ai quarti di finale di Champions e l’immagine della squadra che a fine partita a Valencia ha dedicato a Bergamo e ai bergamaschi una vittoria storica”.

Avete avuto casi interni alla società?
“Noi abbiamo avuto otto casi di persone che lavoravano per l’Atalanta ed è stata una cosa molto triste e dura, ma sta toccando anche i giovani. Siamo di fronte a una bomba sanitaria, un nemico trasparente. Sta diventando una guerra mondiale. Le immagini dei camion dell’esercito incolonnati davanti il cimitero di Bergamo resteranno per sempre nel cuore di noi bergamaschi. Sto vivendo molto male questa emergenza, è una tragedia incredibile, è un virus che ci sta portando via la nostra generazione più bella”.

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