Akragas, tra (tristi) ricorrenze e l’entusiasmo perduto

L’Akragas non riesce proprio a vincere. E questo, purtroppo per Bonfatto ed i tifosi biancazzurri, sembra esser diventato un dato di fatto. Dopo il pareggio, seppur in rimonta contro il Ragusa, l’Akragas si trova costretta ad uscire dal Tupparello con i 3 punti contro l’Acireale questa domenica. Alle note positive, come il gol di Leveh e lo svantaggio recuperato, si aggiungono però, una triste media di 0,6 punti a partita ed il solito grave errore di Rechichi. Angelo, oltre al rigore procurato, sta vivendo un periodo nerissimo, ma guai a pensare che sia l’unico colpevole. 

Il cambiamento necessario

Già vi vediamo, avete letto il titolo di questo paragrafo e vi aspettate di leggere che quelli da cambiare, siano gli elementi strutturali. Ma non è di questo che vogliamo parlare (per ora). Ciò che è da cambiare alla svelta, è l’approccio, quasi approssimativo, con la quale gli agrigentini affrontano le partite. Prendiamo proprio il già citato Rechichi, stentiamo a credere che un giocatore possa finire sulle testate sportive solo per i propri errori. Se il difensore dell’Akragas sta avendo un inizio così sciagurato, l’errore è prima mentale, che tattico. Cosa c’è che fa spegnere il cervello ai calciatori di questa squadra? Bella domanda. Occorre essere cinici, saper trovare la soluzione alla svelta senza commettere errori che possano metterti alla gogna, e qui non c’è qualità che tenga, il click, deve essere nella testa di chi scende in campo. Poi, bisogna anche cambiare il modo di fare comunicazione, come mai un colosso della storia recente dei giurgintani come Desiderio Garufo arriva ai ferri corti? Come mai un agrigentino doc come Michele Fragapane viene messo alla porta senza apparente motivo? La piazza vuole sapere, ma nessuno dice veramente come stanno le cose, ed in una situazione critica come quella dettata dalla classifica, questo aiuta solo a sprofondare verso il basso.

L’entusiasmo sparito e la paura di un tragico destino

L’ombra della retrocessione, se l’aspettavano in pochi. Eppure sei lì, ad un passo dal baratro. Un fattore che metterebbe a dura prova chiunque, e perfino lo zoccolo duro di sostenitori pronti ad andare in guerra con la maglia del gigante, si sta chiedendo se prima o poi ci si sveglierà da questo incubo. La piazza è scarica, ed i perchè si susseguono: il già citato caso Garufo – Fragapane, l’addio di Cipolla, i risultati che sembrano non arrivare mai e la grottesca situazione Rigoli. Che sia forse il caso di chiedersi cosa stia andando storto, anzichè dare la caccia alle streghe? Che sia forse il caso di agire e magari fare un passo indietro, anzichè vedere i giornalisti ed i tifosi sempre più stufi dei continui colpi di scena come il male assoluto? La palla passa a chi ha il potere decisionale, nella speranza, quella dei sostenitori del club, che in fondo a questo tunnel si riesca a trovare la luce ormai perduta.

L’epilogo

I “Bonfatto Boys” Sono chiamati a dare uno scossone potente al loro campionato, mai come adesso necessario, per invertire la rotta. Soprattutto in vista delle delicatissime sfide contro Acireale, Reggina e Licata. La piazza vuole il riscatto, ed è cosa certa, che un filotto positivo, sia l’unica soluzione per ottenerlo.

 

Concludiamo dicendo che le frecciatine, sono roba figa se si ha quindici anni. Dopo quell’età, si rischia di cadere, inevitabilmente, nello squallore più totale. (chi sa, sa)

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