Akragas, il prossimo allenatore ti dirà chi sei

Uno dei temi più caldi per quanto riguarda l’Akragas in questo momento, è la scelta del nuovo allenatore. Come ormai noto, Marco Coppa non sarà alla guida dei siciliani nella prossima stagione, e di conseguenza sono iniziati i casting per decidere chi sarà al timone. Ma qui, si apre uno spiraglio non da poco: di cosa ha bisogno l’Akragas?

La missione al Nord

Giuseppe Cammarata ha visitato il settentrione in cerca di un possibile allenatore da mettere sulla panchina, e in molti hanno gridato allo scandalo perchè, secondo loro, serve un mister che conosca i gironi del Sud. Il che in realtà non significa nulla, qualche settimana fa vi parlavamo dell’Ilvamaddalena e di come Cotroneo abbia lasciato Tivoli per andare a stravincere in Sardegna, ad esempio. Ma se il problema non sta nella provenienza dell’eventuale mister, i dubbi potrebbero nascere quando si va ad analizzare i numeri.

Meglio ultimo in Serie C o primo in Eccellenza?

Prendere un allenatore con esperienze fallimentari e collezioni di sconfitte in categorie superiori, consentiteci di dirlo, sarebbe una fesseria. Serve qualcuno dal dna vincente, qualcuno che possa portare ad Agrigento quella voglia di mangiarsi vivo l’avversario, poco importa se dall’Eccellenza o dalla Serie C, non uno dal curriculum importante ma privo di sostanza. 

L’identikit perfetto

Quello che a nostro avviso necessita il “Gigante”, è un allenatore di comprovata esperienza anche in eccellenza. Un tecnico che abbia già dimostrato non per forza di essere vincente, ma quantomeno di saperci andar vicino. Di nomi ce ne sarebbero molti, da Raffaele Esposito a Giovanni Ignoffo, passando per Vincenzo Feola e Pino Rigoli (ovviamente questi sono solo degli esempi). Il blasone non manca, e avere l’Akragas sul curriculum è un’occasione ghiotta per tutti, perciò questo fattore va sfruttato. 

Scegli il tuo cammino

In sostanza, cosa l’Akragas vorrà diventare in futuro passa anche e soprattutto dalla scelta del prossimo allenatore, che avrà l’arduo compito di confermare la salvezza, cosa al secondo anno sempre un po’ più difficile. E perchè no, magari costruire anche un qualcosa che potrebbe rivelarsi stupefacente nei prossimi anni. La scelta dovrà esser ponderata, con un occhio al futuro ed a ciò che la piazza desidera. Il tutto nell’economia più consona alla politica societaria, ovviamente.

 

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