Akragas al bivio, cosa sta succedendo?
Con un’intervista rilasciata ai nostri microfoni, l’attuale presidente dell’Akragas ha dichiarato terminata la sua esperienza al timone della società biancazzurra. Inoltre, Giuseppe Deni dice che, a prescindere da come andrà a finire, iscriverà comunque la squadra al campionato, lasciando poi la “Patata bollente” Al sindaco di Agrigento. Questo apre un varco grande e grosso, che lascia nell’incertezza più totale tutto il movimento calcistico cittadino. Per tanti motivi, quest’ultima dichiarazione, significherebbe un quasi sicuro blocco di mercato e l’impossibilità di costruire qualcosa che possa alzare di fatto l’asticella dell’Akragas stessa. Si legge, che sebbene la società sia in vendita nessuno si sia fatto avanti, il che è paradossale. Nelle ultime settimane erano circolate insistenti voci su un closing imminente, poi, tutto ad un tratto, nulla di fatto. La verità, secondo noi, sta nel mezzo: l’Akragas è come la sora Camilla, tutti la vogliono e nessuno se la piglia.
Il susseguirsi di eventi
Qualche settimana fa con tanti post su Facebook, talvolta anche esagerati e forse un po’ audaci, Diego Russello ha manifestato ricorrentemente il suo interesse per i colori biancazzurri. Fatto sta, che tra una cosa e l’altra non c’è mai stato nulla, solo parole, sia da una parte che dall’altra. Poi, a stagione conclusa, dagli uffici di Deni sono fuoriuscite parole quali: “Alzare l’asticella” e “Bisogno di trovare 20 investitori per fare calcio”. Un qualcosa di grottesco, e non per colpa dell’attuale proprietà. La mente dei tifosi dell’Akragas in questo momento, è una girandola di emozioni. Questo per colpa di chi, senza neanche curarsene troppo, alimenta voci sterili che forse, sono addirittura prive di fondamenta. Tutti in cerca di uno scoop che in realtà, non esiste nemmeno. E con buona pace dell’amministrazione comunale che ha la sua gatta da pelare circa la situazione Esseneto, non esiste nessun tipo di certezza circa quale sarà il futuro del Gigante.
L’ipotesi gestione comunale
Qualora, come detto da Deni la società dovesse finire tra le mani del comune, questo sarebbe lo scenario peggiore. Non perchè chi prenderà la redini vorrà il male della squadra, ma più semplicemente, chi si siederà al timone non avrà modo di fare calcio come è giusto che sia. Il comune non può fare mercato, ne tantomeno garantire all’Akragas un campionato di alto profilo.
Il sogno azionato popolare
Un’ipotesi che altrove ha già portato i suoi frutti, è quella dell’azionato popolare. Con i tifosi dell’Akragas chiamati ad investire nella loro squadra del cuore per garantirne la sopravvivenza. In attesa di qualcuno disposto ad accaparrarsi la gestione del club per poter rinascere e puntare a qualcosa di più ambizioso. Ma di tutte le opzioni possibili, questa è la più irrealizzabile. Per poter fare un azionato popolare, occorre tanta gente disposta ad investire il proprio denaro, e ad Agrigento questo è molto complicato. I veri appassionati, sono pochi, e purtroppo non basterebbero.
le cordate di investitori
Chi vuole acquistare lo fa in silenzio, ma la prima base necessaria e che esista qualcuno effettivamente interessato a rilevare tutta la baracca. E ad oggi, sebbene se ne sia parlato quasi come fosse già ufficiale, non esiste nulla di concreto, zero assoluto. Con l’inizio del pre stagione sempre più vicino, è adesso che ipotetici investitori dovrebbero farsi avanti, ma sarà davvero così?
La certezza, è che in questo momento l’Akragas sta attraversando un pesante periodo di transizione. I siciliani si trovano ad un bivio che come uniche destinazioni, ha l’inferno o il paradiso. E francamente, non è questa la fine che un club storico e amato come quello agrigentino merita.